Raffaele Mattioli

PROFILO BIOGRAFICO

Raffaele Mattioli nacque a Vasto nel 1895, figlio di Cesario, commerciante, e di Angiolina Tessitore. Dopo aver frequentato la Regia Scuola Tecnica di Vasto, si diplomò in ragioneria a Chieti nel 1912.  Nello stesso anno si iscrisse all’Istituto Superiore di Scienze Economiche e Commerciali di Genova.
Nel giugno 1915 si arruolò nell’esercito come volontario e partecipò alla prima guerra mondiale durante la quale fu ferito in combattimento a Loquizza (l’attuale Lokvica) sul Carso, ottenendo la medaglia di bronzo al valor militare. Nel 1920, congedato dall’esercito, si laureò a Genova e incominciò a lavorare a Milano come redattore capo del mensile dell’Associazione Bancaria Italiana e come bibliotecario e assistente all’Università Bocconi presso l’Istituto di Economia Politica.
Nel 1922 divenne per concorso segretario generale della Camera di Commercio di Milano fino al novembre 1925, quando fu assunto dalla Banca Commerciale Italiana come capo della Segreteria dell’amministratore delegato Giuseppe Toeplitz. Emerse subito per le sue capacità e fece una rapida carriera diventando già nel 1931 direttore centrale, per aver elaborato valide soluzioni  utili alle autorità governative per superare la grave crisi di liquidità che aveva colpito la banca in quegli anni. Nominato nel marzo 1933 amministratore delegato, condusse la Comit attraverso una difficile riforma organizzativa interna che la trasformò da banca ‘mista’ in una banca di credito ordinario. Già dai primi anni Trenta si prodigò a favorire il mondo dell’alta cultura con varie iniziative e durante la guerra, su invito di padre Agostino Gemelli, insegnò all’Università Cattolica di Milano Tecnica bancaria.
Dopo l’8 settembre 1943 si trasferì a Roma guidando la banca durante l’occupazione nazista della capitale e alla sua liberazione, con l’Italia divisa in due, diresse le filiali nelle zone già occupate dagli Alleati.
Dal novembre 1944 al marzo 1945 fu a capo della missione economica inviata a Washington dal Governo italiano.
Tornato a Milano nel maggio 1945, guidò la Comit attraverso gli anni della ricostruzione e del miracolo economico, mantenendo non solo la vocazione internazionale della Banca, ma favorendo anche lo sviluppo della piccola e media impresa. Nel 1946 aveva invece dato vita a Mediobanca con Enrico Cuccia.
Nel 1960 fu nominato presidente della Banca Commerciale Italiana, mantenendo una forte influenza nella gestione dell’Istituto.
Contemporaneamente alla sua attività di banchiere, proseguì il sostegno al mondo della cultura e dell’arte; si segnalano in particolare la pubblicazione per la casa editrice Ricciardi, da lui acquistata nel 1938, della collana “Letteratura italiana. Storia e testi” (51 volumi) di cui fu anche uno dei tre direttori, la fondazione nel 1947 a Napoli, con Benedetto Croce, dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici, e la creazione nel 1971 a Firenze della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi. Nell’aprile del 1972 diede le dimissioni dalla BCI, anche per pressioni politiche. Morì a Roma il 27 luglio 1973.

La documentazione prodotta durante il periodo alla guida della Banca Commerciale Italiana è conservata presso l’Archivio Storico Intesa Sanpaolo. La sezione della sua biblioteca personale dedicata all’economia è stata conferita nel 2011 all’Università degli Studi di Milano.

Consulta la voce del Dizionario Biografico degli Italiani dedicata a Raffaele Mattioli, redatta da Francesca Pino.